L’Under 18 decolla per il Campionato Nazionale Elite

  • 10 Giugno 2014

Battuti i Diavoli del Reggio Rugby nella finale disputata sul campo neutro di Imola

Firenze, 9 giugno 2014

Imola e il suo campo da rugby sono la sede individuata dal CRER per disputare la finale Area 3 dei campionati regionali Under 18. Imola è rovente nei trentadue gradi all’ombra del fischio d’inizio. Imola è ruggente nel sottofondo sonoro di un campionato italiano velocità che si disputa nel pomeriggio sulla sua celebre pista. Imola è accogliente su un moderno e funzionale impianto, anche a dispetto del caldo canicolare. Imola è anche una piccola gradinata, equamente suddivisa fra i sostenitori biancorossi e quelli rossoneri, in comune la trepidazione, l’attesa che circonda l’evento. Imola è dolce, dolcissima, per il verdetto finale di un confronto intenso e combattuto, che regala ai biancorossi di Aeroporto Firenze Rugby la promozione diretta al Campionato Elite di categoria della prossima stagione sportiva.

Cuore e testa, predicano Peppe Sorrentino e Marco Falleri – tecnici gigliati – nei momenti cruciali che precedono il confronto: sono quelli che contano in una finale, quelli che fanno la differenza, prima ancora dei pure importanti aspetti tattici e tecnici. Cuore e testa ribadisce nel suo intervento di rito il capitano odierno, Niccolò Broglia, che sceglie attentamente parole non certo rituali per incoraggiare i compagni a disputare una prova che non ammetta nessun futuro rimpianto. E’ un ventidue di prospettiva quello scelto dalla coppia di tecnici gigliati per affrontare la gara più difficile della stagione: solo tre i fuori quota classe 1995, in ordine di numero Bottacci, Dragoni e Sanna. Ben nove, sono i classe 1997.

E cuore e testa usano, i ventidue prescelti, per sostenere – fino in fondo – l’ambizione che cova da un’anno intero: riprendersi quel campionato di eccellenza inopinatamente perduto nella stagione sportiva precedente. E’ la stessa identica “mission”, d’altronde, perseguita dall’avversario, compagno di sventura nel passo falso e costretto, come Firenze, a recitare una parte inadeguata ai mezzi nell’inferno qualitativo dei campionati regionali.

L’avvio di gara è di marca reggiana, possesso dell’ovale, prevalenza territoriale. I biancorossi difendono bene, rischiano qualcosa solo nei calci di spostamento ma incontrano qualche difficoltà ad interpretare quale sia il metro di giudizio della terna arbitrale e pagano dazio, concedendo un calcio di punizione, già dopo tre minuti di gioco, per il vantaggio dei fosforescenti diavoli reggiani. Firenze perde per infortunio il tre quarti centro Sanna, dopo appena dieci minuti e dalla panchina si alza un concentrato Landini. Al dodicesimo i biancorossi pareggiano il parziale sul tabellone, con una punizione accordata in prossimità della linea dei ventidue avversari. Logi, glaciale nonostante la canicola, realizza. Reggio esprime il suo massimo potenziale in quel che resta del primo tempo, mettendo sotto pressione i fiorentini e confermando le buone abilità della propria mediana e dei tre quarti. Ma l’efficacia delle chiusure difensive dei biancorossi concede all’avversario nulla più che un altro calcio di punizione, da quasi metà campo, messo a segno al 25°. Lo stesso minuto in cui termina la gara del pilone Zileri, che offre il proprio contributo alla causa con una performance forzatamente ridotta, per gli esiti di un recente infortunio. Entra Fabbri in prima linea a dare vigore e freschezza, oltre a impatto fisico considerevole. Al riposo si va sul parziale di 6-3 per i reggiani.

Firenze rientra in partita con la convinzione giusta, testa e cuore per l’appunto. La mischia ordinata inizia a creare problemi ai pari ruolo reggiani, che calano fisicamente e iniziano a perdere con una certa frequenza anche i punti d’incontro. Il possesso palla passa percentualmente ai fiorentini e conseguentemente anche l’iniziativa in attacco, che si propone con le percussioni delle terze linee, Broglia, Cosi e Bottacci a turno, con l’implacabile aggressività delle seconde Biagini e Di Donna nei punti d’incontro, con la potente irruenza del pilone Sguerzo che tenta un paio di assalti ben sostenuti. La mediana innesca e ispira, limitando le sbavature e i tre quarti frustrano regolarmente le velleità offensive dei pari ruolo avversari, ora placcando, ora neutralizzando efficacemente lo spostamento della palla operato al piede dagli avversari. La partita cambia anche nel risultato al settimo minuto di gioco con una bella percussione in velocità del flanker Bottacci che realizza la meta che – trasformata da Logi – porta i fiorentini in vantaggio: 6-10.

E’ il momento di sfruttare la profondità della panchina e Rovini lascia il timone della mischia a Matteoni, altre energie fresche e lucidità iniettate nella partita. Aggressivo e rapido nelle scelte, il mediano di mischia fiorentino crocifigge letteralmente il suo pari ruolo reggiano all’esatta metà della ripresa: placcaggio e palla rubata dopo una mischia ordinata, nella metà campo avversaria, doppio scambio in velocità con un compagno e meta, non distante dalla bandierina. La trasformazione di Logi non ha buon esito ma quel che più pesa nell’economia del confronto è che il morale dell’avversario scende sotto i tacchi e che ogni tentativo dei diavoli di rientrare in partita si spegne, gradualmente, nell’efficacia della difesa fiorentina. Michelagnoli entra per Capitan Broglia, ma poco dopo il break il direttore di gara punisce con un cartellino giallo il tallonatore Cini – una scommessa vinta, la sua, di poter giocare almeno la finale di una tribolata stagione – e il team fiorentino deve rimescolare nuovamente l’assetto della mischia, inserendo Stellini in quel ruolo. La sofferenza fiorentina in inferiorità numerica è ridotta a pochi minuti, perché la foga reggiana di riconquistare l’ovale ingenera un paio di infrazioni di placcaggio pericoloso, il secondo dei quali determina anche l’analoga sanzione temporanea per un tre quarti emiliano. Sorrentino e Falleri sfruttano fino in fondo la freschezza delle riserve e Firenze termina la partita in attacco, dopo aver costruito almeno altre due buone azioni offensive, sfumate per banali errori di trasmissione o di lettura di gioco. Al fischio del direttore di gara, sale l’urlo liberatorio dei ventidue biancorossi in campo, cui si aggiungono i tanti compagni di squadra che hanno trepidato sulla gradinata. E’ festa, è rispetto per la delusione dell’avversario, è il saluto di rito in mezzo al campo ed anche l’ultimo canto di vittoria della stagione, che viene interpretato con un pathos straordinario, è il consueto lancio delle maglie biancorosse nell’aria rovente e immobile, con l’applauso di tutti gli spettatori dell’impianto imolese. Sportivissimo il pubblico reggiano nel riconoscere il merito dei biancorossi nell’imporsi alla distanza in una partita duramente combattuta da due belle squadre. Firenze sale in paradiso, ai diavoli reggiani rimane il purgatorio di dover disputare un barrage settembrino contro la penultima classificata dell’ultimo Campionato Elite, i Lyons Piacenza. Ma è una buona opzione B e a loro va un sincero e solidale in bocca al lupo.

Per la truppa di Sorrentino e Falleri si tratta della trentatreesima vittoria consecutiva in gare ufficiali: squadra imbattuta nella stagione. L’ultimo sigillo è la sintesi dell’impegno e la costanza profusi nella stagione da tutti i numerosi atleti tesserati per il club del Campo di Marte. Nel canto di vittoria sul prato di Imola c’è il merito e la passione di tutti quei ragazzi che durante la stagione sportiva hanno indossato la maglia biancorossa e vinto largamente il campionato toscano e quello umbro, di quelli fermati dagli infortuni, di quelli che vibravano torcendosi le mani sulla gradinata imolese e di quelli rimasti a casa per non soffrire oltre modo del non poter essere presenti al confronto. E’ grazie all’impegno di tutti loro, che lo staff composto da Peppe Sorrentino, Marco Falleri, Emanuele Menè, Giovanni Bianco e Antonio Semoli, è riuscito a tenere sempre alto il ritmo e il tenore tecnico delle sedute di allenamento, in attesa di avversari che potessero davvero costituire un problema da risolvere per lo squadrone biancorosso. A costruire e a giocare un rugby efficace e piacevole. Nel liberatorio canto di vittoria urlato sul prato di Imola c’è anche tutta la grande passione e la competenza degli allenatori gigliati. E pure il convinto senso di appartenenza di quelle figure comprimarie, ma utili, dei dirigenti accompagnatori e dei volontari che si sono spesi in tempo libero e disponibilità, in tanti diversi ruoli, per seguire costantemente la squadra nel corso dell’annata.

Un successo finale che è dunque un patrimonio di tutti e che ha fatto gioire fino alla commozione i tanti adulti che hanno voluto condividere, più o meno intensamente, più o meno costantemente dall’inizio alla fine, le vicende della truppa giovanile biancorossa. Grosso modo, undici mesi di passione… Fatta, e fatta bene, si dice a Firenze.

REGGIO RUGBY – AEROPORTO FIRENZE RUGBY: 6-15 (p.t. 6-3)

Marcature: 3’ cp Reggio (3-0); 12’ cp Logi (3-3); 25’ cp Reggio
S.t.: 7’ mt Bottacci tr Logi (6-10); 17’ mt Matteoni nt (6-15)

Aeroporto Firenze Rugby U18: Logi, Elegi, Sanna, Ciullini, Cervellati A., Dragoni, Rovini, Cosi, Bottacci, Broglia (cap.), Di Donna, Biagini, Sguerzo, Cini, Zileri.
A disposizione: Fabbri, Stellini, Kapaj, Michelagnoli, Burattin, Landini, Matteoni.

foto: Andrea Caneschi