U14 Torneo San Marco – Padova 25 aprile 2025 – Cronache di giovani rugbisti

  • 28 Aprile 2025

Il giorno della Liberazione vede la squadra nata dall’unione fra i ragazzi del Firenze Rugby 1931 e quelli del Florentia partecipare ad uno dei più importanti tornei italiani, in uno dei templi sacri della palla ovale. I giocatori sono motivati e sorridenti, nonostante la levataccia mattutina e il fango e la pioggia che li accolgono, in una promessa di corse pesanti, terreni in cui affondare e palloni scivolosi.

Le partite prevedono di incontrare inizialmente il Rugby Parma, con cui i Toscani vincono senza problemi, e poi Paese, squadra incalzante e ben schierata (in effetti superba vincitrice del torneo contro un altrettanto ammirevole Milano), la quale, approfittando di alcune cadute sia fisiche che mentali dei Biancoviola, porta a casa l’incontro, stabilendo così, per i Fiorentini, il secondo posto nel girone.
Adesso serve una prova di carattere, la dimostrazione che il sacrificio e l’impegno devono essere messi in campo a prescindere dal risultato per cui si lotta e i nostri atleti non mancano in questo, perché la partita con il Sesto è piena di ritmo, di azioni ben giocate e di una determinazione che parla di un gruppo unito, degno figlio degli allenamenti congiunti intrapresi dalle due squadre fiorentine, che stanno mostrando risultati indubbi sia livello sportivo che umano.
Purtroppo l’inferiorità numerica in cui i nostri rimangono per buona parte del match, a causa di alcuni cartellini gialli, porta ad una sconfitta di misura e ad un 8° posto finale deciso dalla sfida con il Benetton Treviso, in una partita all’insegna del nervosismo e di un gioco piuttosto fratto, al quale, forse, mancano intensità e concentrazione e che per i Veneti ha un sapore di rivalsa, visto come si era conclusa l’analoga sfida a Mogliano.
Gli allenatori Nencioni, Bonanni, Scotini, Vito e Volpicella dichiarano di non aver nulla da rimproverare ai ragazzi, visto l’alto livello del torneo, perché, parafrasando M. Geremia, a cui è intitolato lo stadio, si è visto “un ambiente in cui ognuno dà il massimo per lo stesso obiettivo, legato da spirito di appartenenza e da condivisione di ideali”.

 

Testo Mara Febbraro
Foto Elisabetta Piccioli